lunedì 22 agosto 2011

il mio blog ha cambiato indirizzo.....

il nuovo indirizzo è......... taaaa-dààà:
http://www.beijingren.biz/


giovedì 29 ottobre 2009

Stefano Cucchi MASSACRATO A MORTE dagli sbirri in prigione: 20gr di marijuana....


Ve lo ricordate "Fuga di Mezzanotte" (midnight express) di Alan Parker ?
questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Fuga_di_mezzanotte

Pensavo che certe cose potessero succedere solo in paesi come la Turchia degli anni 70 o il Cile di Pinochet...dove cazzo viviamo ??

l'articolo di Adriano Sofri:
MEMORIA
Giovedì 15 ottobre 2009
Verso le ore 23.30 Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri nel parco degli acquedotti, a Roma.
Venerdì 16 ottobre
Alle ore 1.30 del mattino si presentano, con Stefano, presso l’abitazione della famiglia Cucchi in via Ciro da Urbino, due uomini in borghese, poi qualificatisi come carabinieri e altri due carabinieri in divisa della caserma dell’Appio Claudio. Iniziano a perquisire la stanza di Stefano mentre questi tranquillizza la madre dicendole “tranquilla, tanto non trovano nulla”. In effetti nulla trovano nella sua stanza, rinunciando a perquisire il resto dell’appartamento e dello studio, pur dopo l’invito della famiglia a procede. I carabinieri a loro volta tranquillizzano i familiari, dicendo che Stefano è stato sorpreso con poca “roba” addosso (20 gr. principalmente marijuana, poca cocaina e due pasticche, secondo alcune notizie filtrate da ambienti delle forze dell’ordine e degli inquirenti, “di ecstasy”: secondo il padre “di Rivotril”, un farmaco salvavita contro l’epilessia, regolarmente prescrittogli dal medico curante). I carabinieri comunicano inoltre che l’indomani alle 9 si sarebbe celebrato il processo per direttissima nelle aule del tribunale di Piazzale Clodio. Alle ore 12 circa del mattino Stefano arriva in aula scortato da quattro carabinieri. Il suo volto è molto gonfio, in contrasto impressionante con la sua magrezza (i genitori affermano che il suo peso prima dell’arresto è di circa 43 kg) e presenta lividi assai vistosi intorno agli occhi. Durante l’interrogatorio del giudice, si dichiara colpevole di “detenzione di sostanze stupefacenti, ma in quanto consumatore”. Stefano alle 13 circa viene condotto via, ammanettato, dai carabinieri, dopo la sentenza di rinvio a giudizio (udienza fissata per il prossimo 13 novembre) con custodia cautelare carceraria. Alle ore 14 viene visitato presso l’ambulatorio del palazzo di Giustizia, dove gli vengono riscontrate “lesioni ecchimodiche in regione palpebrale inferiore bilateralmente” e dove Stefano dichiara “lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori”. I carabinieri lo conducono quindi a Regina Coeli affidandolo alla custodia della Polizia penitenziaria. All’ingresso in carcere viene sottoposto a visita medica che evidenzia la presenza di “ecchimosi sacrale coccigea, tumefazione del volto bilaterale orbitaria, algia della deambulazione". Viene quindi trasportato all’ospedale Fatebenefratelli per effettuare ulteriori controlli: in particolare radiografie alla schiena e al cranio, non effettuabili in quel momento all’interno dell’istituto penitenziario. In ospedale viene diagnosticata “la frattura corpo vertebrale L3 dell'emisoma sinistra e la frattura della vertebra coccigea”.
Sabato 17 ottobre
Nel corso della mattinata viene nuovamente visitato da due medici di Regina Coeli i quali ne dispongono nuovamente il trasferimento al Fatebenefratelli. Da qui, nel corso della mattinata (ore 13,15), viene trasferito all’ospedale Sandro Pertini. La famiglia viene avvisata del ricovero di Stefano solo alle ore 21. Alle ore 22 circa i genitori si presentano al pronto soccorso e vengono indirizzati al “padiglione detenuti”. Al piantone viene chiesto se è possibile visitare il paziente, ma la risposta che viene data ai familiari è: “questo è un carcere e non sono possibili le visite”. Alla precisa domanda rivoltagli dai genitori: come sta Cucchi Stefano?, il piantone li fa attendere per poi invitarli a ritornare il lunedì successivo (dalle 12 alle 14), per parlare con i medici.
Lunedì 19 ottobre
I genitori si recano alle ore 12 presso il padiglione detenuti e ripetono al piantone la richiesta di visitare Stefano. Vengono fatti accomodare nel vestibolo, gli vengono presi i documenti e nell’attesa chiedono a una sovrintendente appena uscita dal reparto quali siano le condizioni di salute del figlio. La risposta della sovrintendente è: “il ragazzo sta tranquillo”, ma ancora una volta viene negata ai genitori la possibilità di un colloquio con i medici con la motivazione che l’autorizzazione del carcere non è ancora arrivata. Di fronte all’insistenza dei genitori, che specificano di voler solo parlare con i medici, e non anche avere un colloquio con il figlio, la stessa sovrintendente li invita a ripresentarsi il giorno successivo, affermando che per l’indomani l’autorizzazione sarebbe sicuramente arrivata.
Martedì 20 ottobre
Alle ore 12 i genitori si recano nuovamente al “Pertini”, ripetendo al piantone la richiesta di visitare Stefano. Questa volta il piantone nega loro l’ingresso, dichiarando – ed è la prima volta che viene detto esplicitamente - che “sia per i colloqui con i detenuti sia per quelli con i medici occorre chiedere il permesso del Giudice del Tribunale a Piazzale Clodio”.
Mercoledì 21 ottobre
Alle 12.30 il padre di Stefano , dopo una mattina passata in tribunale, ottiene il permesso del Giudice della settima sezione per i colloqui. Decide di non andare a Regina Coeli per farsi vistare il permesso in quanto l’ufficio competente chiude alle 12.45, rimandando tutto al giorno successivo.
Giovedì 22 ottobre
Stefano Cucchi muore alle 6.20 di mattina. La certificazione medica rilasciata dal sanitario ospedaliero parla di 'presunta morte naturale'. Alle ore 12.10 un carabiniere si presenta a casa Cucchi trovando solo la madre del ragazzo, essendosi il padre recato a Regina Coeli per il visto, e chiede a questa di seguirlo in caserma per comunicazioni. La signora non può, trovandosi sola con la nipotina, e così il carabiniere dichiara che sarebbe tornato più tardi. Alle ore 12.30 alla madre di Stefano viene notificato il decreto del Pm con cui si autorizza la nomina di un consulente di parte. È in questo modo che la signora Cucchi viene a sapere della morte del figlio. Entrambi i genitori si recano al Pertini dove il sovrintendente e il medico di turno dichiarano di “non aver avuto modo di vederlo in viso in quanto si teneva costantemente il lenzuolo sulla faccia”. Si precipitano quindi all’obitorio dell’istituto di medicina legale dove si presenta loro un’immagine sconvolgente: il volto del figlio devastato, quasi completamente tumefatto, l’occhio destro rientrato a fondo nell’orbita, l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia in modo abnorme, la mascella destra con un solco verticale, a segnalare una frattura, la dentatura rovinata.
Venerdì 23 ottobre
Viene effettuata l’autopsia. Al consulente di parte, nominato dalla famiglia, non viene consentito di scattare fotografie. Il corpo di Stefano Cucchi ora pesa 37 Kg
(Adriano Sofri)

domenica 18 gennaio 2009

La paura di ciò che può accadere


Quella che segue è l'ultima parte (scritta da Timothy Leary) dell'introduzione al libro "LSD La Droga Che Dilata La Coscienza" ( pubblicato in Italia nel 1967 da Feltrinelli e originariamente pubblicato negli Stati Uniti nel 1964 col titolo "LSD The Consciousness Expanding Drug" ) e tratta delle paure più frequenti che potrebbero avere gli individui nell'assunzione di sostanze psichedeliche.

ecco il pezzo ( il pezzo che segue è estrapolato dall'introduzione al libro ) :

La Paura di Ciò Che Può Accadere

Tutti noi. e qui includo i veterani più navigati in materia psichedelica, dobbiamo riconoscere certi timori che sono generati dall'idea di sperimentare le sostanze psichedeliche. Il primo passo da compiere per agire costruttivamente su questa paura è quello di tentare di capire il suo tipo e la sua causa. Si possono enumerare cinque tipi più comuni di paura provocati dal concetto di espansione di coscienza:
1.Conoscitiva: la paura della perdita del controllo razionale; il terrore del disorientamento e della confusione.
2.Sociale:
la paura di compiere qualcosa di vergognoso o ridicolo, oppure di perdere le inibizioni sociali.
3.Psicologica:
la paura dell'auto-scoperta, cioè la paura di scoprire qualcosa circa noi stessi che non vogliamo affrontare.
4.Culturale:
il terrore di scoprire la dolorosa verità circa le istituzioni con cui ci identifichiamo, il vedere al di là delle mistificazioni tribali, di perdere ogni illusione circa i nostri doveri verso la società e quindi di diventare persone irresponsabili.
5.Ontologica:
La paura di scoprire un mondo di esperienze e una nuova dimensione della realtà così piacevoli da farci desiderare di non uscirne più. Questo timore si basa probabilmente sul sospetto inconscio, forse condiviso da tutti gli uomini ed espresso con grande efficacia da uno dei principali teorici e cultori delle tecniche per l'espansione della coscienza, lo scomparso Georges I. Gurjieff, che la coscienza normale sia una sorta di sonnambulismo e che da qualche parte esista uno stato di veglia, una forma di realtà (provocata dagli psichedelici) da cui non si vorrebbe più far ritorno.
Tutte queste paure sono spesso paragonate alla paura della morte. Ciascuno dei cinque elementi della struttura dell'ego si è sviluppato, per opera degli insegnamenti, dell'esperienza e dell'abitudine, a tal punto che può essere considerato come una parte dell'identità. Le paure rispettive corrispondono alla paura di una disgregazione, di una frantumazione di tale identità. Il terrore di una simile disgregazione equivale al terrore della morte, è indistinguibile da esso. Tuttavia noi crediamo che il costrutto dell'identità sia un illusione. Chi ha il coraggio di affrontare il crollo dell'illusione muore, ma muore in senso mistico.
Dice un distico zen: "Sii morto, completamente morto, e agisci secondo il tuo volere." Si tratta di quel processo terapeutico che Tillich descrive come "una passeggiata all'inferno". Chi ha il coraggio di passare attraverso questo inferno si merita ciò che di trascendente si trova al di là.
Come altre forme di angoscia, queste cinque paure sono connesse con profonde aspirazioni e potenzialità insite nell'uomo. Per ogni terrore esiste una corrispondente liberazione.
Il terrore conoscitivo è l'interpretazione negativa del desiderio di uscire dalla nostra mente per poter fare un pieno uso del nostro cervello. La trascendenza della mente rende possibili nuove forme di coscienza.
Il terrore sociale di far qualcosa di condannabile è l'interpretazione negativa dell'antico assioma (taoista, Zen, buddista) secondo cui dobbiamo uscire dalla nostra mente per poter raggiungere quello stadio di calma creativa da cui scaturiscono le più ricche esperienze.
Il terrore di scoprire noi stessi è l'aspetto negativo della possibilità di scoprire ciò che esiste al di là di noi stessi.
La paura di non poter più conservare le nostre illusioni circa la società è l'aspetto negativo della possibilità di concepire l'idea di nuove soluzioni istituzionali.
Il terrore della schiavitù ontologica è l'interpretazione statica e negativa del concetto di libertà interna, che pressuppone la nostra capacità di spostarci volontariamente da un livello di coscienza ad un altro, allo stesso modo in cui lo scienziato trasferisce la propria attenzione dal microscopio al telescopio.
Questo libro, dedicato alle sostanze dilatatrici della coscienza e scritto da scienziati e da studiosi, è un altro episodio che s'inserisce nel giro senza fine della comunicazione, del "gioco" di chi legge e di chi scrive. Ci sono gli autori, che si sforzano di spiegare e descrivere delle esperienze che, come essi stessi ammettono, sono al di là della portata delle parole, e ci sono i lettori, ciascuno dei quali si accosta al libro col suo background di attese ed esperienze.
Programmiamo la lettura di questo libro nello stesso modo in cui programmiamo una seduta psichedelica. Il soggetto consiste, naturalmente nei tredici capitoli che stanno per presentarsi al sistema nervoso del lettore. Per ottenere il massimo risultato da questo libro, come da una seduta psichedelica, bisogna affrontarlo con mente aperta. Ci sia permesso di dire che questo libro non può rientrare nelle categorie mentali di chi non ha ancora partecipato ad una seduta psichedelica. Chi cercasse di imporre a questo libro la propria struttura razionale finirebbe col rimanere entro i limiti delle proprie categorie, e sarebbe un peccato per lui e per noi.
Al pari di una seduta psichedelica, questo libro può meravigliare, eccitare e persino spaventare, sempre che il lettore voglia abbandonarsi alle proprie emozioni. Ma se egli è in grado di rendere le proprie categorie razionali elastiche e permeabili, può rendersi conto di alcune delle possibili esperienze( sociali, creative, psicologiche, culturali ed ontologiche) offerte dal processo di espansione della coscienza.
Lo studio delle droghe psichedeliche ha suscitato negli ultimi dieci anni un enorme reazione emotiva da parte della società. Ciascuno degli "espansori di coscienza" che hanno collaborato a questo libro ha corso due pericoli, uno personale ed uno sociale.
Innanzitutto, ciascuno di loro è uscito volontariamente e in modo costruttivo dalla propria mente per poter poter procedere nelle proprie ricerche. In secondo luogo, hanno tutti rischiato delle sanzioni sociali per poter scrivere delle proprie esperienze. Alcuni hanno perso il loro lavoro, altri hanno messo a repentaglio la propria reputazione, tutti hanno dovuto tener testa agli stali dell'ortodossia in un momento in cui sarebbe stato più comodo battere in ritirata.
Essi hanno goduto il piacere dell'avventura, l'eccitazione della scoperta, il fascino del paradosso.
Auguriamo al lettore che il libro coomunichi anche a lui le stesse emozioni.

Timothy Leary. Millbrook,N.Y. Maggio 1964

p.s. Solo l'introduzione è scritta da Timothy Leary, il resto del libro è scritto da 15 autori differenti tra i quali Aldous Huxley (autore de "Le Porte della percezione" ), Alan Watts, Humphry Osmond ( lo psichiatra che ha coniato il termine "psichedelico" ), William Borroughs (scrittore, autore de "il Pasto Nudo"), eccetera eccetera....filosofi, scrittori, medici, psichiatri, teologi....

p.s. 2
Il libro tratta dell'LSD sotto molteplici aspetti, e non solo per quanto riguarda i timori che possono accompagnare lo sperimentatore nell'assunzione dell'LSD (i timori sono trattati solo in quella parte dell'introduzione riportata sopra).

martedì 23 dicembre 2008

Dichiarazione di evoluzione



Quando nel corso dell'evoluzione organica diventa ovvio che un processo di mutazione sta inevitabilmente dissolvendo i legami fisici e neurologici che connettono i membri di una generazione al passato e che li indirizzano inevitabilmente ad assumere tra le specie della Terra la separata e uguale condizione a cui le Leggi della Natura e il Dio della Natura li ha chiamati, un dignitoso interesse per l'armonia delle specie richiede che debbano essere dichiarate le cause della mutazione.

Noi consideriamo queste verità come autoevidenti:
che tutte le specie sono create differenti ma eguali;
che sono dotate, ognuna, di determinati inalienabili diritti;
che tra questi ci sono la Libertà di Vivere, di Crescere, e la Libertà di perseguire la Felicità secondo il proprio stile;
che per proteggere questi diritti dati da Dio le strutture sociali si formano naturalmente, basando la loro autorità sui principi dell'amore di Dio e del rispetto per tutte le forme di vita;
che quando una qualsiasi forma di governo diviene distruttiva della vita, della libertà e dell'armonia è un dovere organico dei membri giovani di quella specie di mutare, di abbandonare, di iniziare una nuova struttura sociale, gettando le sue basi su tali principi e organizzando il suo potere in una forma tale che sembri opportuna per produrre la sicurezza, la felicità e l'armonia di tutti gli esseri senzienti.

La saggezza genetica suggerisce che in realtà le strutture sociali stabilite da lungo tempo non dovrebbero essere abbandonate per frivole ragioni e cause contingenti. L'estasi della mutazione è egualmente bilanciata dal dolore. Concordemente tutta l'esperienza mostra che i membri di una specie sono più disposti a soffrire quando i mali sono sopportabili, piuttosto che abbandonare le forme a cui sono abituati.

Ma quando una lunga catena di abusi e usurpazioni, che perseguono tutti invariabilmente gli stessi scopi distruttivi, compromettono la stessa fabbrica della vita organica e la serena armonia del pianeta, è diritto, è dovere organico quello di abbandonare tali morbide convenzioni e sviluppare nuove amorevoli strutture sociali.

Grande è stata la paziente sopportazione dei popoli amanti della libertà, e grande è oggi la necessità che ci impone di formare nuovi sistemi di governo. La storia degli uomini bianchi, mendaci, menopausali che oggi governano il pianeta terra è una storia di ripetuta violazione delle armoniose leggi di natura, tutte aventi lo scopo diretto di stabilire una tirannia della decadenza materialistica su chi è gentile, amante della pace, giovane, colorato. Per provare questo, lasciamo che i fatti siano sottoposti al giudizio delle generazioni future. Questi vecchi, bianchi governatori hanno mantenuto una guerra continua contro le altre specie di vita, schiavizzando e distruggendo follemente uccelli, pesci, animali e diffondendo uno strato letale di cemento sul soffice corpo della terra.
Essi hanno mantenuto allo stesso modo un continuo stato di guerra tra loro stessi e contro le razze colorate, gli amanti della pace, il gentile, il giovane. Il genocidio è il loro costume.
Essi hanno istituito carestie artificiali, negando alle popolazioni pacifiche il naturale lascito dell'abbondanza della terra e la dote di Dio.
Essi hanno glorificato i valori materiali e degradato lo spirituale.
Essi hanno proclamato la proprietà privata, personale della terra di Dio, guidando con la forza delle armi il gentile nei suoi passaggi sulla terra.
Nella loro avidità hanno creato immigrazione artificiale e barriere doganali, prevenendo il libero movimento delle persone.
Nella loro lussuria per il controllo hanno organizzato sistemi di educazione obbligatoria per opprimere le menti dei bambini e distruggere la saggezza e l'innocenza dei giovani amanti del gioco.
Nella loro lussuria per il potere hanno controllato tutti i mezzi di comunicazione per prevenire il libero diffondersi delle idee e bloccare scambi d'amore fra i gentili.
Nella loro paura hanno istituito grandi plotoni di polizia segreta per spiare la vita privata del pacifico.
Nella loro rabbia hanno costretto il giovane pacifico contro la sua volontà a entrare nei loro eserciti per condurre guerre omicide contro il giovane e gentile di altri paesi.
Nella loro brama hanno fatto della costruzione e vendita di armi la base delle loro economie.
Per profitto hanno inquinato l'aria, i fiumi, i mari.
Nella loro impotenza hanno glorificato l'assassinio, la violenza, e il sesso innaturale nei loro mass media.
Nella loro decadente bramosia hanno organizzato un sistema economico che privilegia i vecchi nei confronti dei giovani.
Essi hanno tentato in ogni modo di imporre una uniformità da robot e di distruggere la diversità, l'individualità, e l'indipendenza di pensiero.
Nella loro avidità hanno istituito sistemi politici che perpetuano il governo dei vecchi e costringono i giovani a scegliere tra un conformismo di plastica e una disperante alienazione.
Essi hanno invaso il privato con ricerche illegali, l'arresto senza motivo, e la vessazione sprezzante.
Essi hanno organizzato un esercito di spie.
Nella loro avidità essi incoraggiano il consumo di catrami mortali e zuccheri e impiegano crudeli e inusuali punizioni per il possesso di acidi e alcaloidi che danno la vita. Non ammettono mai un errore. Strombazzano incessantemente la virtù dell'avidità e della guerra. Nella loro pubblicità e nella loro manipolazione dell'informazione essi fanno un feticcio della appariscente falsità e della pia autoesagerazione. I loro ovvi errori li stimolano solo ad un errore più grande e ad una più rumorosa autoapprovazione.
Essi sono dei seccatori.
Odiano la bellezza.
Odiano il sesso.
Odiano la vita.
Noi li abbiamo periodicamente avvertiti delle loro iniquità e cecità. Abbiamo cercato di farli ridere.
Noi abbiamo profetizzato in dettaglio il terrore che stanno perpetuando. Ma essi sono stati sordi al pianto del povero, all'angoscia del colorato, al roboante scherno del giovane, agli avvertimenti dei loro poeti. Adorando solo potere e denaro, essi ascoltano solo potere a denaro. Ma noi non parleremo più a lungo in questa lingua severa. Noi dobbiamo quindi accettare la necessità genetica, distaccarci dalla loro fredda pazzia e sopportarli d'ora in poi come sopportiamo il resto delle creature di Dio - in armonia, fratelli di vita, nel loro eccesso, nelle loro minacce alla vita.
Noi dunque amanti di Dio, della pace, della vita, del piacere, uomini e donne, che si appellano al Supremo Giudice dell'Universo per la rettitudine delle loro intenzioni, solennemente pubblichiamo e dichiariamo che, in nome e per autorità di tutte le cose senzienti che cercano gentilmente di evolversi in questo pianeta, siamo liberi e indipendenti, e sollevati da tutti i legami con il Governo degli Stati Uniti e con tutti i governi controllati dai menopausali, e che ci raggruppiamo in tribù di compagni che la pensano come noi, reclamiamo completo potere di vivere e muoverci sulla terra, di ottenere sostentamento con le nostre mani e menti, nello stile che ci sembra sacro, e di compiere tutte quelle Cose a Atti che gli Uomini Liberi e le Donne Libere possono compiere per diritto, senza interferire con gli stessi diritti di altre specie e gruppi.

Timothy Leary (cerca "Timothy Leary" su Google)

libri interessanti(ma alcuni introvabili in italiano perchè fuori stampa da anni):
-La gaia cosmologia. Avventure nella chimica della coscienza di Alan W. Watts, Astrolabio 1980
-LSD: la droga che dilata la coscienza di David Solomon, Feltrinelli 1964
-Le porte della percezione di Aldous Huxley, Mondadori 2002 (all'interno dello stesso volume Paradiso e inferno di Aldous Huxley).

domenica 21 dicembre 2008

Fiducia...


<< Sto cercando di trovare le parole, ho bisogno di parole
Parole convincenti, parole penetranti,
che ti fanno un buco in testa e che poi lasciano frammenti in ogni dove>> ...
<<parole...coscienti che farebbero più effetto un po’ di missili anticarro e che in sostanza
parliamo per parlare >>

Questi sono dei versi di una canzone degli Al Mukawama e descrivono perfettamente il senso di impotenza di fronte al muro dell'incomprensione di chi non vuole sentire o Vedere ( con la V maiuscola, inteso nel senso di "prendere coscienza", "rendersi conto").
A me , IN GENERE(che significa "nella maggior parte dei casi" ), da un senso di fastidio quasi fisico il leggere blog o comunque cose che possono sembrare una sorta di "diario on-line" o per meglio dire "sfogo online"...mi da fastidio perchè non sopporto che pensieri o sensazioni intime (personali) vengano date in pasto a un pubblico indefinito ed eterogeneo quale può essere quello di Internet.
In realtà non mi piace (anche se non posso dire di non essere attratto dallo "sbiriciare") non solo perchè mi da la sensazione che chi lo possa leggere sia attratto a farlo da un senso del morboso (dal quale non mi ritengo immune) ma anche perchè sono convinto ( e si badi bene che per me "essere convinto" non significa che sono certo di quella cosa, ma solo che NEL MOMENTO in cui lo penso ne sono convinto) che le parole date in pasto al cyberspazio (come si usava chiamare Internet negli anni 90 ) siano rese, già di per se vuote, estremamente banali e prive di un vero senso.
Internet, e in particolare i propri SENTIMENTI(la maledizione del genere umano), appiattisce e svuota tutto di significato e qualcosa di personale letto su un "diario on-line" diventa un diversivo insano a cui dar luogo tra un emoticon su messenger e un tag su facebook.
Detto ciò...passiamo a scrivere di un mio morboso, insano, vuoto, inutile e banale "sfogo on-line"...il tema è: "la fiducia" (tempo di svolgimento: 35 minuti...ehm no...il tempo era una reminescenza dei compiti in classe al liceo): dicevo.....facciamo una piccola premessa: la fiducia si acquisisce nel tempo e nel ricorrere di alcuni episodi che si ripetono in un determinato arco temporale e che danno conferma del fatto che una persona sia o meno degna di fiducia...quello che accade però e che alcuni episodi visti o percepiti come " episodi chiave" possano in realtà nascondere altro...possano trasmettere insomma degli input distorti...e la distorsione è dovuta a chi percepisce quegli input, o anche al fatto che le circostanze facciano sembrare una tal cosa in un tale modo. E un ripetersi di determinati "input distorti" nel tempo contribuisce a far calare la fiducia in qualcosa o qualcuno.
Diverso è il caso di una persona per la quale non si è avuto il tempo o il modo (o tutt'e due) di capire se sia o meno degna di fiducia o magari l'accordare fiducia a qualcuno senza conoscerlo veramente..........
ma queste sono appunto solo PAROLE....e dopo aver scritto la "piccola premessa" mi è passata pure la voglia di scrivere quello che volevo scrivere.
Sono tornato da poco, è stata una bella settimana e ora però ho mal di testa e un vago senso di nausea allo stomaco....forse una dormita mi farà bene....ma forse anche no....
in tutti i casi FUCK THE WORLD.

venerdì 7 novembre 2008

Pasolini, (a volte) sei stato un COGLIONE

Caro Presidente Cossiga,

In questi giorni a mezzo stampa stanno da Lei venendo rese note delle verità
per anni da tanti denunciate, e proprio da Lei e da tanti altri "servitori
dello Stato" sempre negate.

Le piazze negli anni '70 venivano riempite di agenti provocatori per avere
"pretesti" per dare il via alla repressione.

La polizia aveva l'incaricato di "massacrare" i manifestanti, non per
difendersi come dicevate, ma per far passare loro la voglia di stare in
piazza.

Esisteva una rete di intelligence clandestina, coordinata anche con partiti
e sindacati, che svolgeva un ruolo oscuro.

Esistevano reparti dell'esercito pronti ad intervenire per occupare Bologna
ed altre città del nostro paese.

Tutte azioni oscure, illegali, sporche � create ad arte per bloccare un
Movimento che doveva farvi molta paura. Anche adesso, sembra, esistere
un'Onda che vi fa paura.

Un'Onda che ha travolto un governo che si sentiva sicuro dei suoi sondaggi,
un parlamento di delegati convinto di poter fare quello che voleva senza mai
rendere conto a nessuno, una classe di dirigenti ed imprenditori che sperava
di poter usare la crisi economica per spremerci un altro po' ed arricchirsi
ancora un pochino..

E allora ci chiediamo: cosa starà venendo studiato adesso nelle stanze del
potere per fermarci?

E ci chiediamo, allora, se per caso le aggressioni di venti neofascisti,
noti e stranoti, con tanto di mazze e tirapugni, nel bel mezzo di una
manifestazione a piazza Navona, con la complicità sorniona (come
testimoniato da curzio maltese) delle forze dell'ordine, c'entri qualcosa
con la paura che vi facciamo, e con le trappole che vorreste seminare.

Caro Presidente Cossiga, non vogliamo aspettare altri trenta anni per sapere
cosa è successo veramente a Piazza Navona e cosa sta venendo discusso in
qualche stanza di qualche ministero.

Del resto, nonostante in questo paese alcune cose sembrino immutabili ed
immortali, siamo portati a credere che fra trentanni Lei non potrà fare
altre candide confessioni.

Ed allora, in sincerità, Le chiediamo: se la sa, ce la dica subito la
verità.



.....
e adesso vai a difendere gli sbirri. PASOLINI, IMBECILLE!